AL CAPOLINEA

Una calca assurda, l’aria che tende velocemente a farsi rarefatta, gente di tutte le etnie che spinge e tira e spinge ancora alla continua ricerca di uno spazio, del loro spazio, io che mi muovo a fatica cercando intorno, sollevandomi sulla punta dei piedi per allargare lo spazio visivo ma è inutile…poi si alza il vento ma è caldo, umido, forzato… tutti che fremono che iniziano ad agitarsi e ricominciano le spinte, le sgomitate un sibilo.. e le luci del metrò che finalmente arriva salvarci tutti da questo girone infernale….

Riesco a guadagnare a fatica l’ingresso, un posto vicino alla porta e quando questa si apre vengo letteralmente scaraventato dentro mentre la grossa busta nera che reggo in mano rimane agganciata alla parete esterna del convoglio; per paura che i manici si strappino lancio un’occhiataccia al ragazzino che è dietro di me e che la tiene premuta contro la parete… lui se ne rende conto, la libera e finalmente sono dentro con il mio prezioso “bagaglio”. Entrano tutti, la calca che si era creata sulla banchina ora è decuplicata, sono circondato da ogni parte, finalmente le porte si chiudono e il treno inizia a muoversi… aria…
(Continua...) 


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